Truffa con i carburanti in Umbria, la finanza arresta tre persone. Sequestri per 110 milioni

La guardia di finanza ha scoperto una maxi truffa con i carburanti che ha portato all’arresto di tre persone e al sequestro di beni per 110 milioni di euro.

I tre (due imprenditori lombardi e uno romano) sono accusati di essere gli artefici di una colossale “frode carosello” su scala internazionale che ha consentito non soltanto di sottrarre al fisco quasi 100 milioni di Iva ma anche di riciclare 10 milioni di beni tra terreni, fabbricati, appartamenti, autoveicoli e quote societarie.

L’operazione – denominata Grifo Fuel – è l’ultimo tassello di una indagine, partita proprio da Perugia, che riguarda 50 persone e 33 società. Tutto ha avuto inizio, infatti, da un controllo fiscale avviato nei confronti di un’azienda umbra operante nella compravendita di carburante, da cui sono emersi rapporti commerciali “anomali” con numerose società sparse su tutto il territorio nazionale. Secondo gli inquirenti le società erano create con l’unico scopo di interporsi all’interno della filiera di distribuzione di carburante tra i fornitori esteri e i reali concessionari nazionali ma non versando l’imposta e non rispettando gli obblighi fiscali.

L’Iva incassata e non versata all’Erario veniva poi distribuita tra i partecipanti alla frode. In altri casi, è stato riscontrato un differente meccanismo fraudolento: la “cartiera” non acquistata direttamente da un fornitore comunitario ma da un fornitore nazionale presentando la cosiddetta “dichiarazione d’intento”. Con questo documento la “cartiera” attesta l’intenzione di avvalersi della facoltà, anch’essa normativamente prevista, di effettuare acquisti o importazioni senza applicazione dell’Iva.

I proventi illecitamente ottenuti venivano poi riciclati su conti correnti appositamente aperti in Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca e Slovenia.

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anonimo
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4 anni fa

obbligo di acquistare il carburante direttamente dalle raffinerie