Staffetta Quotidiana - È passato poco più di un anno dall'annuncio dell'acquisto di TotalErg da parte dell'Api e le attese legate a questa operazione, che ci avevano portato a definirla “un'operazione controcorrente” e che era stata accolta con importanti aperture di credito da parte delle tre organizzazioni dei gestori e delle tre organizzazioni sindacali dei lavoratori
stanno lasciando il posto ad una amara delusione o quanto meno a una fortissima preoccupazione.
Con Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che martedì hanno inviato una dura lettera al vertici della società per preannunciare la ferma determinazione di proclamare a breve la chiusura degli impianti carburanti prima sulle autostrade e poi sulla rete ordinaria e con Filctem/Cgil, Femca/Cisl e Uiltec/Uil che ieri hanno inviato una lettera ai responsabili delle relazioni industriali di Api e di Italiana Petroli (ex TotalErg) per annunciare la proclamazione di 8 ore di sciopero per il prossimo 3 dicembre, inviandone copia ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, alla Commissione di Garanzia e a Confindustria Energia.
Le prime che all'epoca, partendo dalla considerazione che l'operazione dava vita al secondo operatore petrolifero italiano dopo l'Eni e al primo per numero di punti vendita (circa 5.000), avevano valutato positivamente l'operazione per il coefficiente di novità che sembrava portare al settore e le seconde che il 6 novembre di un anno fa avevano inviato una lettera al ministero dello Sviluppo Economico per chiedere di conoscere il piano industriale dell'acquirente Api con le dovute garanzie occupazionali e professionali per gli oltre 1.200 lavoratori coinvolti. Aperture di credito che si sono sciolte come neve al sole per una serie copiosa di motivi illustrata con dovizia di particolari nella lettera dei gestori, che non mancano fra l'altro di accennare anche all'involuzione delle relazioni industriali, mentre il sindacato accusa la società di aver assunto un atteggiamento che rifiuta ogni confronto sul piano industriale e sugli assetti organizzativi derivanti dall'operazione. Accuse pesanti e gravissime che, se non verranno al più presto confutate dalla società, evocano scenari quanto mai preoccupanti di dissoluzione dell'operazione.
Aprendo scenari altrettanto preoccupanti per il “petrolio Italia” di cui l'Api dovrebbe costituire un importante presidio. Anche sotto il profilo della lotta all'illegalità sempre più dilagante. Cosa aspetta Di Maio, nella duplice veste di responsabile del lavoro e dello sviluppo economico, a metterci il naso?
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
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2018-11-23 10:35:25 | max
questi stanno facendo cassa con i soldi dei Gestori...sono 2 mesi che non arrivano i conguagli delle aree piu'..si puo' sapere cosa aspettano a pagare?
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2018-11-23 15:48:53 | pippo
Con 8 ore di sciopero ,fatta dal 20% dei p v si risolve tutto in 48 ore
Mi dispiace per il management API che dopo tale annuncio sia pieno di incubi .
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Meglio aspettare a comprare le nuove divise IP ...